ZOLFO

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

(VA, Labirinto)

 

(VA, Mani in alto)

 

Lo specchio moltiplicava all'infinito dai retti corridoi i passaggi a perdersi verso altre scale che di nuovo salivano scendevano a ritrovarsi in nuovi corridoi tra luci in proiezione che mutando colore in dissipata forza a ragione del muro giallo e verde restituivano al provvisorio abitante una traccia, solo una traccia della possibile esistenza dell'autentica porta a vetri confine con il mondo esterno/interno. A ogni nuovo inganno disperavo eppure a nessuno chiedevo dei solerti silenziosi impiegati che per i corridoi passavano conoscendone lo scopo ultimo e la direzione autentica. L'itinerario tortuoso era solo il mio, e mia era la speranza di uscirne, ad altri non essendo chiaro il mio destino, anzi indifferente. E di quella costruzione cervellotica ammiravo tuttavia l'ingegno, stupito che qualcuno avesse potuto immaginarmi perso divertendosi a quell'idea perversa. Ogni tanto mi fermavo girando lo sguardo verso la teoria incerta delle scale che viste dai quattro lati sotto mutevoli punti di vista mantenevano una geometrica resistenza all'interpretazione. Fu così solo per caso che valicai l'uscita senza rendermene nemmeno conto, accorgendomi solo in seguito di aver involontariamente scelto una di infinite possibilità, e certo non la migliore, a credere alla superiore legge di santa madre statistica.

 

 

 

 

 

Anello contro tenace anello

della vita una pietra catena.

Corda immaginifica corrosa,

lampi intermittenti di ritorni

che scalano lungo la corda tesa,

anello contro rinato anello.

 

Soffio perduto soffio rinascente,

aria che insistentemente riempie

l'usato mantice del pigro fuoco.

Soffio rintocca carbone ardente,

si mescolano nel rosso crogiuolo

fuoco rinato acqua seducente.

 

Scala vibrante metallo rovente,

son fermo alla metà della corsa,

guardo binari perdersi nel niente.

Scala radiosa brillante scommessa,

scala gloriosa, prospettiva sacra,

di ciò che sono che posso che sarò.

 

Ci conviene salire solamente,

gradino su gradino contro Sole.

Occhi mani orecchi risvegliare.

Attenti al luminoso impatto

a non ricader d'inutile schianto

su pietra anello nera catena.

(VR, La Scala)

 

 

 

 

Stai risalendo dalla profondità della notte con una gemma nel cuore. Non vuoi perderlo, questo piccolo tesoro che ti è costato tanta paura. Ma la via verso il risveglio è ancora piena di insidie. Qualche spiritello malevolo vorrebbe privarti del ricordo di questo sogno. Stai attento, viaggiatore della notte! Scegli con attenzione dove andare.
Sembra che qualcuno ti stia chiamando
Segui un lontano rumore di onde
Un liquido ricordo ti riconduce a sé
 
Vai verso il dolcissimo canto che il vento ha portato fino a te
Ti dirigi verso il rumore dell'acqua che scorre