SALE |
Wer, wenn ich schriee, horte mich denn aus der Engel Ordnungen? und gesetzt selbst, es nahme einer mich plotzlich ans Herz: ich verginge von seinem starkeren Dasein. Denn das Schone ist nichts als des Schrecklichen Anfang, den wir noch grade ertragen, und wir bewundern es so, weil es gelassen verschmaht, uns zu zerstoren. Ein jeder Engel ist schrecklich. (Rilke, Die erste Elegie)
Ma chi, se gridassi, mi udrebbe, dalle schiere degli Angeli? e se anche un Angelo a un tratto mi stringesse al suo cuore: la sua essenza più forte mi farebbe morire. Perché il bello non è che il tremendo al suo inizio, noi lo possiamo reggere ancora, lo ammiriamo anche tanto, perch'esso calmo, sdegna distruggerci. Degli angeli ciascuno è tremendo. (Rilke, Prima Elegia)
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(VA, Gelo)
Stavi salendo per il lungo sentiero, e già ti avevano detto che era troppo tardi, ma tu continuavi incurante della notte che stava calando, anzi la desideravi. Quel brivido leggero, quella lieve palpitazione, l'assaporavi voracemente. La tua voglia di essere vivo era il pericolo che correvi. Nel momento stesso in cui arrivasti al valico iniziò a cadere la neve. Tanto lenta scendeva da sembrare immobile nell'aria, eppure in breve tempo ricoprì ogni cosa. Secca come il sale e fredda come il nulla, dipingeva sudari sugli alberi e sulle rocce. Non c'era nemmeno un alito di vento, nessun fruscio di foglie o verso di animale, persino tu, camminando nella neve, non riuscivi a fare il minimo rumore. Se il mondo aveva confine, non poteva che essere quello, e tu lo stavi oltrepassando. |
Lo vedi la vita è questa l'originaria tenzone tra la terra e il cielo il seme e il vecchio e tu testardo sali verso lo stellato sogno e implori che non ti sia tolto nulla di quanto già non ti sia stato tolto chè tonda è la vita immacolata e lorda è la vita cosa pagheresti per versare lacrime senza sentir dolore e adagiarti sulle primavere di sole col tempo che non passa che dice eccoti ora ritorna il languore il bianco amore che solo potrebbe sì tu sei canuto e stanco ma niente è perduto puoi ancora avere un figlio sparger di dorati semi il cosmo fischiare nell'erba mangiar bistecche all'infinito imporporare di pii gerani le tue mani ma non vedi che tutto questo è poco puoi solo girare nell'universo e trovar tante parole macigni di parole parole come pietre pietre come parole di alberi alberi come mattoni di piogge piogge come pietre di mattoni fatti di alberi e a rincorrer tutto ti perdi che tutto s'insassa nel tondo chè le tue primavere non arrestano il corso le lunghissime ore a confidar nella morte quella morte che sola d'un tratto restituisce intera la vita e irripetibile unico t'innalza nel marmo (NP) |
Sgomento ti sei svegliato. E' già quasi mattino, e disperato ti sembra di aver perduto il dolce ricordo di questa notte. Forse qualche fantasma dispettoso te l'ha rubato. Torna a cercarlo. Torna sulle strade del tuo sogno. C'è ancora tempo per giungere alla meta. Dove andrai ora, viaggiatore della notte? | |||
Vai verso un castello dorato situato in fondo a una vallata | |||
L'ansia di vivere ti costringe a fuggire |