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PIUME BACIATEMI LA GUANCIA ARDENTE

Il romanzo di Vera Ambra dedicato all'Eroe del Pasubio,  il Bersagliere Tenente Salvatore Damaggio.

 

Il romanzo di Vera Ambra, liberamente ispirato alla vita del Bersagliere Tenente Salvatore Damaggio ha ottenuto il logo ufficiale per il Centenario della Prima Guerra mondiale concesso dalla Struttura di Missione per gli anniversari di interesse nazionale della Presidenza del Consiglio dei Ministri.
Piume baciatemi la guancia ardente nasce dal desiderio di raccontare e far conoscere alle nuove generazioni, (sempre alla costante ricerca di nuovi eroi, puramente inventati dalla fantasia) coloro che l’appellativo di “eroe” lo hanno conquistato con il loro coraggio sul campo. Far conoscere l’abnegazione e il sacrificio di tutti quei soldati che indistintamente furono protagonisti nelle trincee di tutto il fronte della Prima Guerra Mondiale.
Le gesta e la vita dell’"Eroe del Pasubio”, come lo appellò la gente di quelle contrade, vengono ricostruite e raccontate attraverso un viaggio nella sua anima. Un’introspezione dunque che affronta le vicissitudini e le dure prove di un soldato, anzi di un bersagliere mitragliere.

Piume baciatemi la guancia ardente”, un verso di una canzone dei Bersaglieri, è il fil rouge che accompagna il protagonista nel suo crescere e lo conduce poi sui campi di battaglia. Un eroe che ha sempre chiaro in testa l’obbligo del dovere verso la Patria e innanzitutto l’obbligo del dovere verso l’Arma che rappresenta.
Salvatore Damaggio in giovanissima età prese a modello la figura del bersagliere e la idealizzò a tal punto da farne la propria bandiera.
Gli ideali di Patria, del dovere, della parola data, del sacrificio, indotte dalle letture di Giuseppe Mazzini, contribuirono a dargli una solidissima base su cui poi costruirà il suo “credo”, facendolo diventare la persona che poi è diventata; un uomo fiero, nobile, grande, generoso, altruista, coraggioso, ma anche un uomo alle prese con le proprie fragilità umane.
Come un attore che calca la scena, l’autrice ha interpretato lo stato d’animo di un uomo che quindici anni dopo la fine del conflitto affronta un viaggio di ritorno sui luoghi della battaglia per ritirare un’onorificenza. Il romanzo affronta anche un’ampia panoramica su quelle che sono state le cause del conflitto e della sua risoluzione e ripercorre, soprattutto dal punto di vista psicologico, l’esperienza di questo soldato vissuta nel dopo guerra. Lasciata la vita militare si dedica con lo stesso attaccamento allo studio della medicina, specializzandosi infine nel campo della pneumotisiologia, e infine dirigendo il Sanatorio di Ascoli Piceno.
 

 

 

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