Dopo "Labirinto", Vera Ambra e Vincenzo Rezzuti presentano la seconda Opera Web, "Ricordare Louise", un'opera composita ispirata alla figura di Louise Brooks.

In "Labirinto" al centro dell'opera era stata posta la poesia, e la sua capacità di rigenerarsi e integrarsi nei nuovi strumenti di comunicazione. In "Ricordare Louise", invece, vi sono due tematiche, diverse, che si sviluppano seguendo due percorsi autonomi: "Immaginando Louise" e "Louise Dada".

"Immaginando Louise" è un racconto web automatico, che non è necessario sfogliare, ma che si sfoglia da solo. Una possibile strada per una letteratura web con proprie autonome modalità di fruizione.

"Louise Dada", invece, è un'opera dove la parola diventa anch'essa immagine, un esempio di quello che potrebbe essere il futuro dell'arte figurativa: non più un'immagine statica, e nemmeno un'immagine in se stessa commerciabile, bensì una sorta di manifesto comunicativo, perfettamente integrabile nella comunicazione in rete, qualcosa che stia tra l'intuizione zen e le scritte luminose di Jenny Holzer. "Louise Dada" non propone percorsi certi, non ha un inizio e una fine: è un'opera circolare che propone la propria eterna ripetizione, come un mantra ripetuto senza soste.

La figura sulla quale l'intera opera è incentrata è quella di una grandissima e per lungo tempo incompresa attrice del cinema muto: Louise Brooks, della quale viene proposta anche una breve biografia. L'irragionevolezza di Louise, il suo desiderio di scomparire, di fare sempre ciò che non conviene, di essere se stessa anche a costo di distruggere la propria fama. Questi sono gli aspetti che ci hanno convinto che lei e solo lei poteva essere la figura femminile giusta per quest'opera.

La musica, parte fondamentale di quest'opera, è di provenienza diversa: brani dixieland per quanto riguarda le pagine introduttive e la biografia di Louise (che era considerata "jazzbaby", come a dire una figlia dell'epoca d'oro del jazz), un tango argentino in "Immaginando Louise", per sottolineare l'aspetto post-romantico del racconto, musiche tibetane, thailandesi e laotiane per "Louise Dada", allo scopo di conciliare il visitatore con il mantra visivo proposto.

Tutto questo nella speranza di convincere sempre più persone che lo strumento del web ha possibilità espressive proprie, che una vera e propria arte-web, con proprie caratteristiche autonome, è qualcosa che nei prossimi anni occorrerà assolutamente sviluppare e sostenere, per evitare il rischio che una parte fondamentale degli strumenti di comunicazione abbia il banale aspetto e i significati serializzati dei prodotti industriali.