IL DRAGO NERO
When the morning was waking over the war He put on his clothes and stepped out and he died, The locks yawned loose and a blast blew them wide, He dropped where he loved on the burst pavement stone And the funeral grains of the slaughtered floor. Tell his street on its back he stopped a sun And the craters of his eyes grew springshoots and fire When all the keys shot from the locks, and rang. Dig no more for the chains of his grey-haired heart. The heavenly ambulance drawn by a wound Assembling waits for the spade's ring on the cage. O keep his bones away from that common cart, The morning is flying on the wings of his age And a hundred storks perch on the sun's right hand. (Thomas, Among those Killed in the Dawn Raid was a Man Aged a Hundred)
Mentre il mattino si svegliava sopra la guerra, Indossò i suoi vestiti, varcò la soglia, e morì; Le serrature allentate saltarono a uno scoppio: Cadde lì dove amò, sul marciapiede esploso, Nella funebre polvere del suolo massacrato. Dite alla strada capovolta che egli arrestò un sole E eruttò fiamme e virgulti dai crateri degli occhi Quando tutte le chiavi caddero dalle toppe e tintinnarono. Non scavate più per le catene del suo cuore canuto. L'ambulanza del cielo tratta da una ferita Aspetta, radunando, il suono della vanga sulla gabbia. Oh, tenete lontane le sue ossa da quel carro comune; Il mattino s'invola sulle ali dei suoi anni E cento cicogne si posano alla destra del sole. (Thomas, Fra le vittime dell'incursione all'alba si trovava un uomo di cent'anni)
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(VA, Ragnatela nella notte)
Scivolai dalla scala che avrebbe dovuto portarmi verso il fiume e caddi nel baratro. Immaginandomi morto mi ritrovai invece nella profonda melma di un sottobosco cupo e verminoso. Orribili rampicanti mi sbarravano la strada da ogni lato mentre i miei piedi sprofondavano tra cadaveri decomposti di ratti. Il sentore di putredine mi bloccava il respiro. Vidi lunghi vermi bianchicci aggredire la mia carne e dall'orrore l'urlo che covava dentro di me implose in un sibilo disperato. Come se fossi braccato dalla morte in persona mi gettai avanti sentendomi strozzare mille volte da liane grosse come tentacoli. Fuggivo ma sapevo che oltre la mia disperazione c'era solo la notte assoluta e fredda, il nulla verso il quale andavo senza più potermi fermare, preferendolo all'orrore che mi lasciavo alle spalle. Infine arrivai al cospetto della grande inceneritrice, verso la quale ogni cosa scivolava. Dai suoi occhi metallici raggi di luce viola scendevano verso di me come pelosi artigli penetrando la mia carne e riducendola a plastica accartocciata e fumante. E io compresi di essere perduto. |
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Spremendoli
dai nostri occhi (VR, Umano, troppo umano) |
Sei arrivato là dove finisce ogni cosa, e la tua unica speranza è che tutto l'orrore che stai vivendo non sia altro che un brutto sogno. Non ti resta altro da fare che cercare di svegliarti. E ora, riaddormentandoti nel sudore del tuo incubo, riprendi la strada della notte, cercando di evitare le creature maligne che ti aspettano al varco.
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