SPIRITO
Los laberintos que crea el tiempo, se desvanecen. (Solo queda el desierto.) El corazon, fuente del deseo, se desvanece. (Solo queda el desierto.) La ilusion de la aurora y los besos, se desvanecen. Solo queda el desierto. Un ondulado desierto. (Garcia Lorca, Y después)
I labirinti creati dal tempo svaniscono. (Rimane solo il deserto.) Il cuore, fonte del desiderio, svanisce. (Rimane solo il deserto.) L'illusione dell'aurora e i baci svaniscono. Rimane solo il deserto. Un ondulato deserto. (Garcia Lorca, E dopo)
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(VA)
E d'improvviso
la vidi, la mia salvezza, vibrazione e bagliore nel deserto. Strappai alla sabbia
i miei piedi e raggiunsi l'infame pozzanghera nella quale specchiai il mio volto.
E dall'acqua putrida balenò l'incanto, la fine del tempo, il mondo ricondotto
all'armonia. Era certo un'illusione, ma io volli crederci fermamente, ansiosamente
cercando nell'immagine la mia vita, me stesso, e coloro che mi furono e che
sarebbero stati miei compagni, amici e amiche come me nomadi della notte. Trovai
ogni cosa e ogni persona che volli cercare, fermo di fronte all'acqua viaggiai
per interi continenti finché, infine, giunsi alla parte cupa, e non fuggii,
anche se avrei voluto farlo, non lo feci perché una voce, la mia voce,
mi ingiunse di restare, di affrontare una buona volta l'irrisolto enigma.
Dalla melma spuntarono i fantasmi del mio passato, agghindati come vecchie bagasce
inconsapevoli del tempo. L'uno mi ricordava quello che avrei voluto essere,
mentre l'altro era colui che ero stato, e di quest'ultimo provai indicibile
orrore. E intanto il primo continuava a ripetermi: "C'è ancora una speranza."
E mentre me lo diceva, rideva, l'odioso me stesso, come se non fosse più necessario
mascherare l'inganno.
Fu allora che cercai la porta. Senza sapere dove mi avrebbe condotto, ma la
cercai ugualmente. E per il solo fatto di averla cercata, la trovai. I miei
fantasmi mi seguirono, e lì incontrai il mio nemico, il mio amato nemico, che
ci prese per mano e ci portò nella folla dei desideri irrealizzati e delle colpe
divorate.
A ogni parola, a ogni respiro, a ogni battito del mio cuore, urlavo dal terrore
e correvo, sempre circondato dalla folla che mi guardava e sorrideva. Ero nudo
tra di loro e correvo, e tutti guardavano sghignazzando la mia eccitazione,
e mi incitavano, "forza, forza", perché sapevano dove stavo andando, dalla dea
Atargatis ad offrirle per sempre il mio corpo.
Fu allora che una mano mi fermò, ed era una mano di donna. Sparirono i fantasmi del mio passato, e la folla, e il mio nemico si allontanò ridendo, a voce alta ricordandomi il nostro prossimo appuntamento. Nella sopraggiunta penombra tenere mani mi rivestirono, e dolci parole calmarono il mio cuore. "E' tutto finito," dicevano, "la vita ricomincia."
(VA, Onirico) |
Quest'acqua conosco riempie i miei sogni che di notte, ogni notte in viaggio ripreso mai finito di fonte in fonte bevendo da Delhi a Tirana, da Berlino a Buenos Aires andando, andando, per l'aria leggera d'una notte stregata io tutto conosco dell'acqua lunare che allieta l'inesistenza terrena che di sapere non mi pongo il problema ma solo di bere (VR, Acqua lunare) |
Il tuo sogno è ora entrato nei labirinti profondi della notte. E ormai sei certo che tutto ciò che vedi e senti è vero. Il filo di speranza che hai teso rischia a ogni momento di spezzarsi, lasciandoti solo e indifeso di fronte ai fantasmi. Se vuoi salvarti devi trovare una strada che ti riconduca verso l'alto. Bisogna fare presto. Dove andrai, adesso, vagabondo della notte? Dove ti porterà il tuo cuore assetato di gloria, di gioiose nefandezze e di teneri ricordi?