SILFI

 

 

 

 

 

 

 

 

(VA, Il bacio del sole)

 

C'era un sogno nel sogno e in quello camminavo in una pianura di velluto verde che succhiava il sole dal cielo e palpitava, poiché lì, lì sotto, c'era qualcosa che viveva, ben più di quanto avessi mai vissuto io.

Lamine dorate affollavano impalpabili l'aria e io sapevo d'essere osservato da migliaia di occhi luccicanti di tenera rugiada che volevano sapere chi fossi. Io, l'intruso entrato dove non avevo il diritto, eppure tollerato da quegli esseri saettanti fatti di sola luce, e nella luce camminavo pur essendo un animale impastato con sangue e carne.

Voci d'argento mi giungevano alle orecchie, scherzose risate di ragazze volavano verso di me per poi superarmi e sparire nel sole, ero in loro potere, eppure mi lasciavano avanzare verso il trono celeste della loro regina madre, la luminosa e incommensurabile il cui nome era un suono di campanelli e ai cui piedi crescevano arcobaleni.

A lei mi avvicinavo senza riuscire a raggiungerla, enorme al punto da occupare ormai tutto il cielo eppure non ancora lì, sempre oltre il mio sguardo. E lei mi guardava ridendo, invitandomi a continuare e sfuggendomi, avvolgendomi nel suo calore che mi scioglieva il cuore senza darmi risposte e io, io avrei voluto chiederle ancora una cosa, l'ultima, per ricordarla un giorno, ben sapendo che era tutto vero e temendo di non crederlo al risveglio.

 

(VA)

 

 

In una città d'amore

dov'è serena la gente,

me ne andrò, finalmente,

fischiettando sul trenino,

e sognerò al risveglio.

 

Altrove, in altro luogo,

altrove, altrove solo,

me ne andrò, finalmente,

nelle città dei balocchi

prive di televisioni.

 

Altrove vivono sogni,

donne sempre profumate,

automobili che vanno

con musica di Vivaldi,

gente allegra che ride

anche andando a lavorare,

un vecchietto ottimista

pure al suo funerale.

 

Questo mondo mi sta stretto

fa fuggire sogni fatui,

che vanno sempre altrove.

Qui resto ad aspettarli,

questi asini bambini.

 

Altrove, si va altrove!

Mai s'arrende la speranza,

son con lei, in questa stanza,

solitario ganimede

sogno l'ospitale ventre

che m'attende nel giardino

allunato verso Maggio.

 

Altrove, solo altrove

io sarò quello che sono,

che non vedo nello specchio,

e così ho già deciso:

domani si va altrove!

(VR, Altrove)

 

Ora sei nel territorio segreto, ospite delle piccole divinità della tua infanzia infinita. Sai di aver superato la porta che ti separava dai tesori nascosti e felice ti abbandoni finalmente ai tuoi sogni. Dove andrai ora viaggiatore della notte? Dove ti porterà il tuo cuore, ora che hai iniziato a placare la sua sete?

 

Vai verso un castello dorato situato in fondo alla vallata
Parti alla ricerca della città impazzita
Ti lasci trasportare da un vento caldo
Ti dirigi verso un lontano rumore di acque