IL RE

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

(VA, Estasi)

 

Quel sorriso! C'era il sole, la montagna radiosa di verde e la pace di un nuovo mondo in quel sorriso. E io avrei desiderato...

accarezzare con un solo dito la curva e la fossetta delle sue natiche. Ascoltare il rumore appena percettibile del fiore che sbocciava. Farla vibrare come un preziosissimo violino e poi...

guardare l'angelico suo volto distendersi nell'impossibilità di nascondere il proprio rossore al mio sguardo mentre sarei stato in lei. Lei. Che niente sapeva di ciò che stavo sognando. Né di essere, per me, solamente un sogno, né di star correndo il pericolo tremendo di diventare veramente la creatura immaginaria, vittima sacrificale della mia fantasia. Ma che forse sognava, sogno del mio sogno, proprio questo. Avrei voluto gridarle di essere sincera. Ma io...

non sapevo. E quando vidi un'altra, uguale e così diversa da lei, e quando poi vidi una terza, e una quarta, e quando infine una fila infinita di stupende divine creature raggiunse il mio sogno...

il desiderio tolse la maschera mostrando a tutte il proprio ghigno di belva. Tutte avrei voluto possedere e più il mio desiderio si acuiva, più mi sentivo profanatore e indegno di loro.

Ma quell'essere indegno che ero non avrebbe rinunciato a svelare i loro corpi, non certo per una menzogna in più avrei rinunciato, né per un dolore in più causato, né per il rischio di confondere i loro sorrisi, le loro voci, fino a rovinare il sogno perfetto che in fondo mi era stato donato.

 

 

Passando tra due alberi

protési verso il cielo

(sembravano la porta

d'ingresso nel futuro)

raggiunsi la mia ombra

fuggita per amore

di una gentile gatta

incostante e selvaggia.

 

"Cara ombra, che vuoi fare

là seduta nell'erbetta,

non è più tempo ormai

di sogni giovincelli,

meglio esser pratici

e ragionar sui sensi

per evitare i morsi

delle gattine gelose."

 

"Son solo, caro amico,

mi rispose l'ombra nera,

il tuo scuro fratello.

Mi mandasti a caccia

di gatte in amore.

Soffrivi d'abbandono,

ma il prezzo dell'incontro

ora più non vuoi pagare."

 

"Ombra, sorda e ribelle,

dovevi solo trovare

la gatta che lanciava

il lunare richiamo

di notturna passione.

Ma ora che l'amore

s'è dissolto nella notte

voglio starmene da solo."

 

"Bianco fratello crudele,

disse l'ombra desolata,

feroce solitario,

cui bastano soltanto

lamentosi attimi,

io rincorro ancora

i sogni che hai tradito,

non posso farne a meno."

 

Rinchiusi l'ombra ribelle

in un vaso di cristallo

e ritornai a casa,

leccando le ferite

dolenti e infette

che quella matta gatta

mi aveva procurato

la notte di luna piena.

(VR, L'ombra ribelle e la gatta innamorata)

 

 

 

 

 

 

 

 

Stai sognando, e sai che il tuo sogno è solo all'inizio. Stai sognando, ma sai che ciò che vedi e senti è tuttavia vero. Stai provando a tendere un filo di speranza tra la tua angoscia e il tuo più grande desiderio. Dove andrai, adesso, vagabondo della notte? Dove ti porterà il tuo cuore assetato di gloria, di gioiose nefandezze e di teneri ricordi?

 

Continui a seguire il richiamo dell'amore

 

L'ansia di vivere ti costringe a fuggire